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I percorsi della Croce: itinerario in Campania del Cristo gotico doloroso

I percorsi della Croce: itinerario in Campania del Cristo gotico doloroso

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“Nella cultura occidentale la croce è indubbiamente uno dei grandi simboli fondamentali: anche se per noi è connotato come un simbolo cristiano, ha alle spalle una sorta di lungo itinerario precedente. In uno dei dizionari fondamentali della lingua italiana, Salvatore Battaglia alla voce “croce”, immagina 40 significhi diversi”
Gianfranco Ravasi – Cardinale/Teologo

L’immenso patrimonio culturale della Regione Campania, oltre a includere musei, parchi archeologici, biblioteche e dimore storiche, comprende anche tante chiese e complessi monastici, alcuni unici in Italia e nel Mondo.

Partendo dal documentario I percorsi della Croceviaggeremo per la Campania attraversando tutte le sue province alla scoperta delle chiese e dei musei che custodiscono le croci più importanti della storia della nostra regione e non solo. Inoltre, ogni itinerario si concluderà con una tappa suggerita da campania artecard, qualora volessi integrare il tuo percorso, e da alcune fonti per approfondire questo affascinante tema. Partiamo!

ITINERARIO A

SALERNO

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Il nostro itinerario parte da Salerno, le cui origini risalgono al 197 a.C. Furono infatti i romani a fondarla e a fare di Salernum una colonia. Dopo essere passata sotto la dominazione dei bizantini prima e dei goti poi, passò ai Longobardi e divenne parte del Ducato di Benevento, da cui si separò diventando capitale del Principato di Salerno. Dopo un lungo periodo di splendore, finì per essere saccheggiata e distrutta da Enrico VI,dagli Angioini e dagli Spagnoli fino a entrare a far parte della Repubblica Napoletana. Una pietra miliare della sua storia è stata l’istituzione della Scuola Medica Salernitana, la prima e più importante istituzione medica d’Europa nel Medioevo e antesignana delle moderne università. E’ arrivato il momento di raggiungere la nostra prima tappa, nel centro storico della città: la chiesa del Crocifisso, databile tra il X e il XII secolo.

Sulla parete esterna ci sono ancora le monofore originarie, finestre sormontate da un arco con una sola apertura, il portale in pietra e una bifora, finestra a due aperture con decoro simile a quelle presenti nel Duomo di Amalfi. Entra e noterai che le navate sono caratterizzate da colonne e capitelli tutti diversi, sai perchè? In origine appartenevano ad altri edifici, più antichi. Nel 1622 la chiesa passa alle clarisse che la ristruttureranno secondo il gusto barocco e di cui le cornici in stucco sulle finestre sono ancora testimonianza. Sopravviveranno a queste modifiche e a quelle successive anche gli affreschi del  XVI secolo. Nel 1928 fu costruito il porticato davanti alla facciata, sostituita da una nuova nel 1954 a causa di un’alluvione. Ma il vero gioiello della chiesa è la cripta, probabilmente appartenente a un luogo di culto precedente alla chiesa stessa. Si trova proprio qui l’opera più importante: l’affresco del Cristo Gotico Doloroso del 1200, uno dei primi esempi di pittura prospettica,in cui i personaggi minori sono dipinti più piccoli. Il Cristo e dipinto sofferente, con gli occhi chiusi, cosa inusuale per l’epoca in cui venne realizzato. Secondo la cultura bizantina, infatti, questi veniva ritratto con gli occhi aperti e sorridente (Triumphans)

“Il crocifisso è l’immagine per eccellenza delle chiese cristiane del Medioevo. C’è un cronista, un pellegrino agli inizi dell’ XI secolo, Bernardo d’Angè, che dice molto bene che è assurdo e blasfemo, mettere vicino l’altare, dove si svolgono le sacre funzioni, un’altra immagine che non sia quella del Cristo crocifisso. Dal 200, con la spiritualità degli ordini mendicanti, dei francescani e dei domenicani, il Cristo, che fino ad allora era stato sereno, vivente sulla croce, diventa un Cristo più sofferente, più passo, colto nel momento del sacrificio”
Pierluigi Leone de Castris

AMALFI (Sa)

 

Ci spostiamo in Costiera Amalfitana per visitare Amalfi, Repubblica Marinara dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Puoi raggiungerla in auto o via mare quando sono attivi, da aprile ad ottobre, i collegamenti dal porto di Salerno. Quest’ultima soluzione è molto suggestiva, perchè ti offre l’opportunità di ammirare tutta la costa con i suoi piccoli borghi, le torri saracene arroccate in punti strategici e, non da meno, puoi evitare il traffico! Ma non importa come ci arriverai, non puoi dire di essere stato ad Amalfi se non visiti il suo simbolo più famoso: la cattedrale! Forse non sai che in realtà si tratta di due basiliche accostate e precedentemente comunicanti. Ma facciamo un salto indietro nel tempo, alla sua fondazione. La più antica fu costruita nel IX secolo, sui resti di una chiesa paleocristiana del VI, e accanto a questa ne fu costruita un’altra nel 987 ad opera del duca Mansone I. Per un periodo furono unite in una sola basilica ma successivamente vennero nuovamente divise. Da questa separazione nacquero il Duomo e la Basilica del Crocifisso. Quello che colpisce subito del Duomo è la facciata normanna con il frontone dorato, che al tramonto brilla come la più preziosa delle pietre. La facciata in realtà è frutto di un lungo restauro conclusosi nel 1891 a seguito del crollo nel 1861 della stessa e di una porzione del tetto a causa di un forte vento. Sessantadue scalini che ti separano da uno degli elementi più importanti della cattedrale: il portone in bronzo, realizzato a Costantinopoli e donato all’Episcopio di Amalfi nel 1057. In realtà la tappa del nostro itinerario è la Basilica del Crocifisso, la più antica Cattedrale di Amalfi, a cui si accede tramite il Chiostro Paradiso. La struttura è a due navate, mentre la terza è quasi sicuramente stata inglobata nel duomo, mentre l’abside occupa tutta l’ampiezza della chiesa. Qui è conservato un meraviglioso crocifisso ligneo raffigurante il Cristo gotico doloroso.


“Qui ad Amalfi c’è un esempio di crocifisso tra i più interessanti, dei più straordinari nella Basilica del Crocifisso che è una parte della più antica cattedrale medievale del X-XI secolo. Probabilmente a cavallo tra il 200 e il 300, uno degli arcivescovi di Amalfi, Andrea D’Alagno, fa scolpire un crocifisso ligneo.  Questo crocifisso ha subito molte manomissioni, oggi si presenta privo della sua policromia, ma questo forse gli da un fascino totalmente particolare, la testa e il torace, per esempio, sono privi di gesso e colori, sembrano quasi glabri e permette di cogliere ancora di più il ghigno di dolore che spacca la faccia con la bocca aperta. La testa è calva perché il crocifisso portava una parrucca di stoppa, e quest’aspetto è molto interessante perché ci fa capire come i crocifissi tridimensionali dovessero sembrare una persona reale.”
Pierluigi Leone de Castris

SORRENTO (Na)

Lasciamo la Costiera Amalfitana per raggiungere un altro gioiello della nostra regione: la penisola sorrentina. Sorrento è infatti la nostra prossima destinazione! Anche se la leggenda vuole che sia stata fondata dai greci, furono prima gli Etruschi e poi gli Osci i suoi primi abitanti.  Dopo aver passeggiato per le vie del centro, aver ammirato il bellissimo chiostro di San Francesco, aver visitato il museo Correale di Terranova, dove sono esposte collezioni di reperti greci e romani e di porcellane di Capodimonte e aver visto l’immancabile Piazza Tasso, dedicata al al famoso Torquato autore sorrentino della Gerusalemme Liberata, è il momento di raggiungere la Cattedrale del X-XII sec. dedicata ai Santi Felice e Bacolo. In realtà la prima cattedrale era il monastero benedettino di San Renato, situato fuori la cinta urbana, ma nel X secolo venne trasferita nell’attuale chiesa, consacrata dal Cardinale Riccardo de Albano il 16 marzo 1113. Dell’antica facciata si conservano solo due colonne di marmo rosa provenienti da antichi templi pagani. Una volta entrato, non perderti il nuovo tamburo dell’ingresso, interamente intarsiato con pannelli che raccontano la storia della chiesa sorrentina, il grandioso organo del 1901 arricchito dai pregevoli intagli dei fratelli Fiorentino e il soffitto centrale, interamente dipinto su tela, opera di Francesco Francarecci. Qui è custodito anche un pregevole esempio di crocifisso raffigurante il Cristo Patiens.

“Si diffonde in tutta Europa l’iconografia detta del Cristo Gotico Doloroso. Questa tipologia si diffonde molto in Campania, oltre ad Amalfi e a Salerno, nella Chiesa del Crocifisso, ce n’è uno molto simile a Sorrento”
Pierluigi Leone de Castris

 

Vuoi aggiungere un’altra tappa? Te la consigliamo noi!

Prima di arrivare ad Amalfi, fermati a Maiori e visita la suggestiva Basilica di Santa Maria dell’Olearia, tra i più importanti insediamenti monastici benedettini dell’intero territorio amalfitano e  preziosa testimonianza di arte e architettura del primo medioevo.

Notizie della sua fondazione risalgono al primo arcivescovo di Amalfi, Leone – rivestì la carica dal 987 fino alla morte, avvenuta nel 1029 – che concesse a Pietro, un eremita che viveva in compagnia del nipote Giovanni, nel luogo in cui avveniva la lavorazione dell’olio,  di edificare la chiesa di Santa Maria dell’Olearia. Dell’antico complesso monastico rimangono oggi le tre chiesette sovrapposte, mentre il restante edificio è stato completamente trasformato per essere adibito a civile abitazione. Ricavato all’ombra di un grande antro roccioso naturale, a lato della provinciale che collega Salerno con Amalfi, prima della realizzazione della strada, doveva presentare le conformazioni di un insediamento rupestre.

ITINERARIO B

TEANO (Ce)

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Il nostro secondo itinerario parte da Teano, borgo della provincia di Caserta. Fondata intorno al IV secolo a.C. , divenne capitale dei sedicini, un popolo italico appartenente agli Osci. Allora chiamata Teanum Sidicinum era considerata la porta della Campania per via della sua posizione geografica e strategica. Teano infatti è situata sulla via Latina (la moderna Cassia) che collega Sales e Suessa. Di quell’epoca, oggi sono attribuiti i resti tuttora esistenti delle mura pre-romane.
Inoltre Teano è considerata la culla dell’Unità d’Italia per via dello storico incontro tra Giuseppe Garibaldi e e il re Vittorio Emanuele II nel 1860.
Teano ospita un’antichissima Cattedrale sorta verso la metà del IV secolo, edificata sui resti di una chiesa edificata sulla tomba di San Paride. L’edificio che possiamo ammirare così come lo vediamo oggi, risale al XII secolo ed è interamente costruito con tufo locale. I lavori per la sua ricostruzione vennero iniziati dal vescovo Guglielmo nel 1050 per rimpiazzare la vecchia, posta al di fuori delle mura cittadine, e completati nel 1116 ad opera del vescovo Pandulfo.
La chiesa venne costruita in stile romanico e internamente fu suddivisa da tre navate, inoltre, nel ‘500 fu demolita l’abside per procedere ad un ampliamento del presbiterio in cui fu posto un preziosissimo un coro ligneo intagliato. Il coro ligneo fu costruito nel 1539 dal benedettino Antonio Maria Sertorio e insieme al pulpito e al Crocifisso, è l’unico oggetto che si salvò in seguito ai bombardamenti del 1943 che distrussero intero edificio, successivamente ristrutturato in stile neo-romantico. Oggi dell’impianto originario resta solo il campanile, risalente ad interventi dei secoli XV e XVI.

NOLA (Na)

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Ci spostiamo in direzione della nostra seconda tappa, l’antica Nuvla! Si perchè l’attuale Nola nacque 48 anni prima della fondazione di Roma, nell’801 a.C., grazie agli Ausoni, uno dei più antichi popoli italici che abitavano la nostra penisola. Proprio con i Romani, diventò così importante da essere elevata al grado di Municipium, fino a diventare sede episcopale già dal III secolo, affermandosi come uno dei centri religiosi più importanti. Nel 1256 fu aggregata da Manfredi al Regno di Sicilia e nel 1290, la contea di Nola attraversò un periodo di grande splendore grazie a Romano Orsini, con il quale ebbe inizio appunto la Signoria degli Orsini che dominò per ben 238 anni. Fu proprio nel primo ventennio del 1500 che venne eretta la Chiesa del Gesù di Nola, trasformando la reggia degli Orsini in collegio ed erigendo successivamente una cappella accanto che è l’attuale Chiesa del Gesù. La costruzione fu voluta dalla contessa Maria Sanseverino che si prodigò per portare il prestigioso ordine dei gesuiti a Nola che ne fecero un fondamentale polo di fede cultura e spiritualità. Nella Chiesa del Gesù, oltre a ricche pitture e sculture è conservato di un magnifico e importante crocifisso appartenente all’iconografia del Cristo gotico doloroso, opera del Maestro Ladislao di Durazzo.

Per definizione Dio non dovrebbe soffrire e morire essendo eterno ed infinito ed ecco invece che il cristianesimo afferma che Dio decide di condividere attraverso il figlio un’esperienza che è esclusivamente umana
Massimo Cacciari, filosofo

AVERSA (Ce)

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Il nostro tour si conclude a Aversa, la prima contea normanna d’Italia. Fondata nel 1030 da Rainulfo Dregot che ne divenne primo conte, divenne poi una piccola capitale in cui si avvicendarono dodici conti normanni . Fu durante la dominazione angioina nel 1269 che venne costruita  la Chiesa della Maddalena, su indicazione di Carlo d’Angiò, come Hospitium lebrosorum . Successivamente il Convento fu occupato dai Minori Conventuali e costruito il chiostro in pietra grigia. La struttura fu poi convertita in Casa dei Folli quando nel 1813 i francescani l’abbandonarono. Dell’antica istituzione angioina, convento e chiesa della Maddalena, non rimane più nulla, mentre del periodo rinascimentale rimane il chiostro e la zona presbiteriale della chiesa con l’alta cupola semisferica che ricorda ambienti fiorentini brunelleschiani. Qui è custodito l’ultimo esempio di crocifisso ascrivibile allo stile patiens.

 

Vuoi aggiungere un’altra tappa? Te la consigliamo noi!

A mezz’ora di auto da Aversa, puoi visitare le basiliche paleocristiane di Cimitile. Il sito è costituito da diversi luoghi di culto, di cui i più antichi risalgono al IV secolo, dedicati ai santi Felice, Stefano, Tommaso, Calionio, Giovanni, ai Martiri e alla Madonna degli Angeli

Per approfondimenti:

Salerno Illuminate City – Pappi Corsicato

Amalfi

Sorrento

Basilica di Santa Maria dell’Olearia Maiori

Teano 

Basiliche Paleocristiane di Cimitile